Una semplice sgambettata per visitare ciò che rimane del castello e conoscere le piccole frazioni attorno.
La prima notizia relativa a Castel Restór risale al 1265, anno in cui il principe vescovo di Trento Egnone di Appiano concesse in feudo a Federico d’Arco il Dosso della Vedova. Con quest’atto il presule permise di costruirvi un castello per proteggere dai pericoli esterni la popolazione della zona. La fortificazione, oggi nel comune del Bleggio, sorse in un territorio di fondamentale importanza per il collegamento tra il Banale, le Giudicarie, il Lomaso e il Basso Sarca. Durante gli anni di guerra tra Venezia e Milano il Trentino occidentale divenne teatro di continue e feroci battaglie. In questo contesto, Castel Restór venne dapprima occupato dal Gattamelata, capitano della Serenissima, più tardi espugnato e distrutto da Paride Lodrón. Una volta ricostruito, mantenne le sue funzioni difensive fino al XVIII secolo, quando venne trasformato in casino di caccia. Castel Restór doveva presentarsi originariamente con un impianto piuttosto simile alle altre fortificazioni dei conti d’Arco, quali Drena e Castellino: una torre quadrangolare circondata tutt’intorno da una cinta muraria curvilinea. Oggi si presenta allo stato di rudere, nonostante se ne possa ancora apprezzare la possente torre.
- signal_cellular_alt Difficoltà Facile
- straighten lunghezza 5.12 Km
- schedule durata 2:00 h
- arrow_drop_up dislivello 148 m
- arrow_drop_down discesa 151 m
- skip_next punto più alto 669 m
- skip_next punto più in basso 518 m
Periodo consigliato:
Informazioni slla sicurezza:
Le informazioni contenute in questa scheda sono soggette ad immancabili variazioni, nessuna indicazione ha quindi valore assoluto. Non è possibile evitare del tutto inesattezze o imprecisioni, in considerazione della rapidità dei cambiamenti ambientali o meteorologici che possono verificarsi. In questo senso decliniamo ogni responsabilità per eventuali cambiamenti subiti dall’utente. Si consiglia, comunque, di accertarsi, prima di effettuare un’escursione, sullo stato dei luoghi e sulle condizioni ambientali o meteorologiche.Partenza
Vergonzo, Comano Terme (735 m)
Coordinate
Arrivo
Vergonzo, Comano Terme (735 m)
Come arrivare
Da Ponte Arche/Comano Terme proseguire verso il Bleggio fino all'abitato di Vergonzo (4 km).
Parcheggio
Parcheggio libero a Vergonzo.
Direzione da seguire
Difficoltà: T (turistico)
Lasciata la macchina a Vergonzo, nel parcheggio nei pressi del bivio per il castello, si sale seguendo le indicazioni lungo una panoramica strada sterrata che in poco tempo permette di arrivare a Castel Restor. Il castello fu eretto nel 1265 dai Conti D’Arco e presiede le pendici del Monte S. Martino; fu roccaforte nei conflitti tra i da Campo, i Lodron e i d’Arco, andò in rovina nel XVIII secolo e di esso rimangono ormai solo ruderi. Qualche anno fa sono stati realizzati dei lavori di restauro per la conservazione di quanto ancora rimasto. Attualmente è visibile ciò che rimane di una torre in granito, di una cisterna per l’acqua, di parte dei muri del palazzo e qualche resto della muraglia di cinta. Rientrati in paese per la stessa via di salita, si prosegue alla scoperta dei borghi e delle piccole chiesette circostanti. Si parte dalla vicina chiesa dei SS. Bartolomeo e Matteo, poco sotto il parcheggio: costruita nella seconda metà del XVI secolo dove prima esisteva un capitello affrescato probabilmente del Baschenis. Si scende verso sinistra fino ad incrociare la strada principale, per poi proseguire, sempre verso sinistra, in direzione di Tignerone. Poco prima del paese si trova la chiesa dedicata a S. Giorgio, riedificata in pieno Rinascimento, ha all’interno tre pregevoli altari dedicati a S. Giorgio, S. Antonio da Padova e ai Santi Rocco e Sebastiano. Si oltrepassa Tignerone per arrivare a Cillà, dove troviamo una chiesetta privata del 1893, dedicata ai Santi Francesco e Giacomo. Appena dopo tale chiesetta il percorso devia a destra (seguire la segnaletica “Biè – P.Arche”) inoltrandosi per la campagna dove, poco più avanti, si trova un capitello dedicato al SS. Crocifisso. Si scende leggermente nella “Val di Biè”, per poi risalire e trovarsi, in cima alla breve salita, di fronte alle prime case del piccolo centro di Biè e ad un bivio, svoltare a sinistra per una strada sterrata di campagna ed in poco tempo si arriva alla chiesa di S. Nicolò.
Lasciata la chiesetta si continua sulla strada pianeggiante fra campi coltivati fino alla frazione di Comighello. Entrati in paese lo si attraversa e si arriva sulla Strada Provinciale N° 5 del Bleggio che si segue a destra sul marciapiede di cui è dotata. Poco avanti, si gira a destra e si imbocca la strada comunale per Sesto. Per poter vedere la caratteristica architettura del borgo si prosegue sulla strada principale fino in fondo al paese e, arrivati ad una piccola fontana si gira a sinistra salendo per portarsi su una via parallela a quella percorsa precedentemente. Si gira a sinistra e si prosegue, passando sotto un ponte, fino a ritornare sulla strada provinciale dove si imbocca, sulla destra, una stradina asfaltata di campagna che fa ritorno a Vergonzo.
Attrezzatura
Le escursioni in montagna richiedono abbigliamento e attrezzatura specifica. Anche in occasione di uscite relativamente brevi e agevoli, è sempre meglio essere ben equipaggiati per non incorrere in spiacevoli sorprese e per fronteggiare imprevisti come ad esempio un temporale improvviso o un calo di energia.
Cosa portare per un trekking in montagna?
Nello zaino (per un'escursione giornaliera di norma si consiglia un 25/30L) è bene portare:
- borraccia (1L)
- snack (per esempio, frutta secca o cioccolato)
- kit di pronto soccorso
- giacca antivento
- una maglia in pile
- maglietta e calze di ricambio (possibilmente chiusi in un sacchetto di plastica)
- indossate o almeno portate nello zaino un paio di pantaloni lunghi
- cappellino
- crema solare
- occhiali da sole
- guanti
- fischietto per farsi rintracciare in caso di emergenza
Numero telefonico in caso di emergenza: 112
Indossate inoltre calzature adatte al percorso ed alla stagione. Il piano di calpestio dei sentieri può essere irregolare o sconnesso ed un paio di scarponcini vi proteggerà dalle distorsioni. Un pendio erboso, una placca di roccia o un sentiero ripido, se bagnati, possono diventare pericolosi senza calzature adeguate.
Per finire... ... non dimenticate la macchina fotografica! Servirà per immortalare l'escursione e gli innumerevoli scorci mozzafiato che il Garda Trentino nasconde ad ogni angolo. Se poi volete condividere con noi i vostri ricordi potete usare l'hashtag #GardaTrentino







[Non è prevista una guida per questo percorso.]