fbpx SAT / E217 - Sentiero dell'Ancino - Valle del Centa - Lavarone
SAT / E217 - Sentiero dell'Ancino - Valle del Centa - Lavarone

SAT / E217 - Sentiero dell'Ancino - Valle del Centa - Lavarone

Foto da: Andrea Bonalda (Bici e Scialpinismo)

Percorso alquanto impegnativo che prende avvio dalla profonda valle del Centa e che sale il ripido versante orografico destro della stessa, fino ad approdare al terrazzo lavaronese, all'abitato di Chiesa. E' impegnativo ma è gratificante per la bellezza dei luoghi che attraversa.

Della 'Via del Lancino' si trovano notizie fin dal 1192, quale importante via di collegamento fra l'alta Valsugana e l'Alpe Cimbra, oltre che tra il Principato di Trento e Vicenza. Era chiamata anche "Via Imperiale". Fu quasi abbandonata a seguito della costruzione della "Strada della Val Caréta", inizialmente chiamata "Nuova Strada del Lanzino". La mulattiera in diversi tratti è ridotta a stretto sentiero. Si raccomanda attenzione nel guado del torrente in caso di piene. Spettacolare la vista delle cascate del Valimpach, emissario del lago di Lavarone.

  • signal_cellular_alt Difficoltà Difficile
  • straighten lunghezza 5.74 Km
  • schedule durata 2:16 h
  • arrow_drop_up dislivello 600 m
  • arrow_drop_down discesa 37 m
  • skip_next punto più alto 1183 m
  • skip_next punto più in basso 583 m

Periodo consigliato:

gen
feb
mar
apr
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ott
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dic

Partenza

Valle del Centa

Coordinate

DD 45.966771 , 11.238833 DMS45° 58' 0.3756'' N 11° 14' 19.7988'' E

Arrivo

Lavarone Chiesa

Direzione da seguire

La partenza del sentiero è all'area parcheggio di Paldàofi, al km 3,5 della strada Caldonazzo - Centa San Nicolò. Si scende una ripida strada cementata in loc. Molin Nuovo (parco fluviale attrezzato) e mantenendosi sul fianco sinistro orografico del Torrente Centa, per una stradina a fondo naturale, si oltrepassano prima i ruderi di Case Mòre e poi il bivio per gli attigui ruderi del Molino Polentóni (o Cléccheri) e le Cascate di Valimpach (o Valampach) che precipitano in modo spettacolare dalle impervie pareti del versante opposto.

Si supera il Rio della Val Rossa e il breve risalto a lato della grande briglia detta "Salto Alto" e si entra a margine dell'ampio alveo in cui il torrente scorre liberamente e condiziona a seconda delle alluvioni l'andamento del sentiero. Superato un tratto franato (attenzione), si ritrova il sentiero che si segue fin dove ha termine, in vista dei ruderi del Molino al Gòtto, sull'altra sponda del torrente. 

Con cautela si guada il torrente, si imbocca il sentiero che passa dietro ai ruderi e ci si inoltra nel fitto bosco di latifoglie dentro il quale si affronta un tratto assai ripido dove l'antica mulattiera è in parte scomparsa e la cui continuità è affidata ad un'esile traccia. Dopo un ghiaione, a quota 870 si incontra il capitello votivo di Sant'Antonio (eretto in muratura nel 1865 e restaurato dalla Sezione SAT di Lavarone nel 1992); si prosegue entrando in una faggeta con salita più dolce e con numerose svolte, fino ad incontrare una piccola croce in pietra eretta a ricordo di una disgrazia del 1839. Si sale ancora e con breve percorso si raggiunge il bivio con il sentiero 219 e con la "Strada della Val Caréta" per la quale in circa mezz'ora si arriva alla località Casare, sulla strada SS349, a circa un chilometro da lavarone Chiesa. 

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[Non è prevista una guida per questo percorso.]

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